Anche il secondo modulo del corso operatore all’infanzia si è concluso.
La dott.ssa Ida Gervasi, questi giorni ha spostato il focus dallo sviluppo del bambino al sistema nel quale il bambino viene inserito sin dalla sua nascita : la famiglia e le sue dinamiche.
Ha parlato di legami di attaccamento, della relazione di coppia, degli stili comunicativi e di quanto queste variabili possano incidere in maniera significativa sullo sviluppo del bambino, partendo sempre dalla domanda: cosa posso fare io, futuro operatore all’infanzia, per comprendere e gestire al meglio le dinamiche del sistema famiglia che si ripercuotono sul bambino?
Anche in questa circostanza è l’interazione a caratterizzare tutto il modulo. Si parte dalla disposizione a cerchio, che restituisce alle corsiste la possibilità di guardasi negli occhi e di comprendere e decifrare tratti della comunicazione non verbale. Si ascoltano canzoni, vengono visionati filmati; tutto diventa un mezzo per apprendere come noi stessi siamo stati socializzati al mondo.
Ad esempio Annarita, al temine della lezione di sabato, confessa che grazie alle conoscenze apprese durante il modulo, riesce a comprendere determinati episodi della sua vita, lo sviluppo di alcune dinamiche relazionali e l’importanza che assume la sua mamma vista come base solida e come unico punto di riferimento.
È il modulo delle emozioni, capirle, riconoscerle, imparare a gestirle porta una maggiore consapevolezza di sé, ci traghetta nell’ affascinante mondo delle relazioni dove è la comunicazione verbale e non verbale l’unica assoluta protagonista.
Se il film Disney “Inside out” offre spunti di riflessione per capire il sistema complesso delle emozioni, è la canzone “ Te lo leggo negli Occhi”, nella versione di Franco Battiato, che ci fa capire come la classica metafora dell’iceberg comunicativo assume significato nelle relazioni.
L’importanza della comunicazione non verbale e nel dettaglio, l’interazione visiva tra madre- bambino, viene sottolineata già da Stern che ci offre valide parole per spiegare come “lo sguardo reciproco tra madre e bambino è considerato come l’elemento chiave nello sviluppo di un mondo interno nel quale l’attaccamento può essere descritto e regolato”.
Se quindi, il non verbale assume una tale importanza già nei primi giorni di vita del bambino in che percentuale, secondo la vostra opinione, in una diade comunicativa, il linguaggio non verbale diventa un mezzo per decodificare le intenzioni comunicative dei protagonisti?
Volgiamo a voi questo quesito, aspettiamo risposte e siamo pronte ad approfondire ciascuna tematica.
La partecipazione on line delle corsiste, quali protagoniste dei moduli, permetterà di condividere l’esperienza dell’aula con voi lettori e creare aree di apprendimento condiviso.
Psyche at Work_Staff