Come da programma sabato scorso si è concluso anche il modulo sulla sicurezza alimentare per bambini e sulle malattie pediatriche. In aula due autorevoli docenti, la Dott.ssa Marika de Tullio che ha parlato di alimenti per l’infanzia, igiene e sicurezza alimentare e il Dott. Saverio Cramarossa che ha illustrato le principali patologie dell’infanzia, la prevenzione dei rischi e i cenni di primo soccorso.
Due argomenti molto interessanti, che abbracciano in maniera trasversale due mondi affini tra loro: quello dell’assistenza all’infanzia e quello delle mamme.
Introduciamo gli argomenti partendo da una domanda generale: cosa sono gli alimenti per l’infanzia?
E ancora: quali sono gli alimenti per la prima infanzia e quali quelli per l’infanzia?
Distinguiamo le due categorie: la prima infanzia va da 0 a 12 mesi di vita del bambino.
Gli alimenti per l’infanzia, invece, si riferiscono ai bambini di età compresa tra il primo anno di vita fino ai tre anni compiuti. Scendendo nel dettaglio, vengono conosciuti come alimenti per la prima infanzia (da zero a sei mesi) e alimenti di proseguimento (da sei mesi a tre anni).
La distinzione è necessaria proprio per la particolarità degli elementi riscontrati in queste differenti classi di alimenti. L’Italia presta molta attenzione alla certificazione degli alimenti e dei contenuti degli stessi, sia in termini di agenti allergici sia come elementi contaminanti. Durante il corso è stato insegnato alle corsiste a leggere bene l’etichetta in modo tale da riconoscere la vera natura dell’alimento che si intende somministrare, andando oltre il messaggio pubblicitario che spesso presenta lo stesso alimento come altamente funzionale e ricco di elementi naturali e salutari.
Si pensi al comune formaggino. Spesso i bambini ne sono attratti, complici anche i jingle delle pubblicità che li incuriosiscono. Si pensi però alla presenza dei sali di fusione che hanno appunto lo scopo di rendere la massa casearia in alimento solido. La sola presenza di questi agenti rende l’alimento non propriamente adatto ai bambini di età compresa tra i sei e i dodici mesi.
E di esempi del genere ce ne sono parecchi, in qualsiasi categoria alimentare: dalla pasta ai biscotti, dallo yogurt alla frutta in vasetto. Per questo è opportuno saper leggere l’etichetta, conoscere le sigle con cui vengono citati determinati componenti aggiuntivi, si tratti solo conservanti e coloranti.
Ulteriore approfondimento è stato dedicato al latte e alle tecniche di svezzamento. Partendo dalle indicazioni sulla somministrazione delle poppate e sui metodi di svezzamento forniti dall’OMS, si sono analizzati due differenti approcci: lo svezzamento classico e l’auto svezzamento.
Ad esempio, voi mamme, che tipologia di svezzamento avere preferito per il vostro bambino?
Quella classica dal quarto- sesto mese in poi con classiche pappe proposte ad orari prestabiliti, o avete preferito l’auto svezzamento aspettando che fosse il bambino a chiedere di poter assaggiare un determinato alimento una volta seduto a tavola con voi?
Il dottor Cramarossa, ha illustrato i vari approcci definendo comunque quali sono le regole generali per lo svezzamento. Ha sottolineato come “in ogni caso è il periodo che intercorre tra il 4° e il 6° mese il periodo in cui il sistema immunitario intestinale tende a riconoscere come “amici” gli alimenti riducendo (ma non azzerando!) il rischio di sviluppare intolleranze alimentari.”
Alle corsiste sono state fornite anche indicazioni sulla frequenza settimanale con cui proporre degli alimenti sia in fase di svezzamento che in fase di mantenimento e su come cucinare gli stessi a seconda dell’età dei bambini.
Ad esempio, durante il primo anno di vita per i bambini è consigliata una alimentazione iposodica. Molte mamme continuano ad evitare l’aggiunta del sale nella cottura della pasta fino al secondo anno di vita.
Voi mamme e operatrici ritenette corretta questa scelta?
Il modulo si è concluso con un approfondimento sulle malattie esantematiche e sulle principali patologie pediatriche. È opinione comune che durante il primo anno d’asilo i bambini, venendo a contatto tra loro, siano più esposti al contagio facendo spesso verificare delle vere e proprie epidemie scolastiche.
Il dottor Cramarossa ha edotto le coriste sulla sintomatologia di ciascuna patologia, sulla specificità di ognuna, sulle terapie e sugli eventuali farmaci da somministrare, sempre previo consulto pediatrico.
Salvaguardare la salute dei bambini è il nostro principale obiettivo. Durante questo corso abbiamo coinvolto esperti che hanno messo a disposizione le loro competenze per formare personale qualificato e competente in materia.
Le vostre opinioni e le storie di vita ci aiutano a completare il lavoro intrapreso fin qui e ci offrono spunti per ulteriori approfondimenti.
Per questo l’opinione di ciascun lettore diventa essenziale in questa fase del percorso.
Anche le stesse corsiste e i docenti avranno modo di interagire e di approfondire specifiche tematiche affrontate in aula.
Miriamo ad essere migliori e i vostri contributi, dubbi, domande e storie di vita, di fatto, ci aiuteranno ad esserlo.
Staff@Psyche at Work