Ogni giorno il nostro cervello è inondato da milioni di informazioni. Troppe, rispetto a quante ne potremmo processare correttamente.
Questo è il motivo che porta le persone a ricorrere a delle specifiche strategie cognitive per essere più veloci, risparmiare tempo e fare meno fatica nell’elaborazione delle informazioni. Esistono infatti delle vere e proprie scorciatoie mentali che soddisfano pienamente queste esigenze. Tuttavia, se da un lato queste scorciatoie sono utili al nostro cervello per fare preziosa economia cognitiva, d’altra parte le stesse molte volte ci portano fuori strada, facendoci inciampare in un susseguirsi di errori di ragionamento e di valutazione che prendono il nome di bias cognitivi.
Quanto spesso e quando si incorre in tali errori?
Facciamo un esempio pratico: tra i pescatori e i poliziotti secondo voi chi ha più probabilità di morire a lavoro?
Rispondete d’istinto!
Le numerose news riguardanti la morte di poliziotti inducono la maggior parte delle persone a pensare che la risposta corretta sia “poliziotti”, ma le statistiche parlano chiaro: la professione del pescatore è molto più pericolosa. Eppure, molti credono che fare il poliziotto sia molto più rischioso rispetto al fare il pescatore.
Rifletteteci: se vi fate ingannare anche solo da queste piccole cose, quante altre volte cadete in errore senza rendervene minimamente conto? Potreste sbagliare la risposta a domande innocue come questa, oppure potreste cadere in errore in situazioni ben più delicate ed importanti (ad esempio, quando dovete scegliere se fare o meno un investimento o quando siete nel mezzo di una negoziazione per la vostra azienda).
In ogni momento della giornata potreste farvi ingannare dal vostro cervello senza accorgervene.
Infatti, i bias cognitivi si innescano più volte giornalmente e ogni minima decisione potrebbe essere minata da tali processi.
Che funzione hanno i bias?
Se siete dotati di un cervello, allora non potete farne a meno: la ricerca ha infatti evidenziato che i bias non sono un optional, bensì, sono parte del funzionamento normale dell’individuo.
Relativamente a questo argomento, gli individui tendono a dividersi in due fazioni: alcuni accettano questi dati provenienti dalla letteratura facendone tesoro, altri pensano invece di essere diversi, più furbi e in un certo senso immuni a tali errori cognitivi. Il paradosso è che anche pensare di non rientrare all’interno di dati statistici come questi è un’ulteriore forma di bias cognitivo (in questo caso parliamo del cosiddetto “overconfidence bias”).
Il cervello di ognuno di noi è infatti governato da precisi meccanismi che funzionano allo stesso modo in qualsiasi essere umano e, in questo senso, i bias cognitivi riguardano tutti.
In particolare, esistono due regole che stanno alla base del motivo per cui ricorriamo a tali strategie.
La prima è il risparmio di energie: il cervello vuole a tutti i costi risparmiare energie cognitive e, laddove possibile, lavorare senza affaticarsi; questo fa sì che spesso esso prenda delle scorciatoie. Può sembrare una strategia intelligente ma in realtà tali scorciatoie (le euristiche) portano frequentemente ad errori (i bias).
La seconda regola è la rapidità: il cervello tenta infatti di portare a termine i suoi compiti il più velocemente possibile.
Bias cognitivi, qualcosa da cui stare solo alla larga?
Ad ogni modo, sarebbe scorretto affermare che i bias sono sempre negativi. Infatti, tali errori cognitivi, tra le altre cose, sono probabilmente i meccanismi della mente umana che vi hanno permesso di arrivare fino a qui oggi.
Uno dei motivi principali per cui i bias sono utili è legato ai concetti di evoluzione e sopravvivenza: in situazioni pericolose in cui avete poco tempo per analizzare nel dettaglio tutte le alternative e prendere delle decisioni è fondamentale avere un cervello che sia capace di processare rapidamente quello che accade.
In sintesi…
I bias sono degli errori cognitivi tipici dell’essere umano che s’innescano quando il cervello deve agire con rapidità e risparmiando energie cognitive.
Sono dunque “scorciatoie cognitive” che, da un lato ostacolano i nostri processi di decision making portandoci fuori strada, dall’altro ci permettono di prendere decisioni sufficientemente buone in condizioni temporali ristrette e quando abbiamo poche informazioni a disposizione.
Inoltre, il numero di bias cognitivi che ogni giorno possono innescarsi nel nostro cervello è vastissimo: esistono decine e decine di categorie di bias diversi e ogni essere umano, per quanto possa ritenersi intelligente, razionale e logico ne subisce le conseguenze giornalmente. Potenzialmente, ogni nostra decisione, incluse quelle più importanti, potrebbe essere inficiata da un bias cognitivo.
In tal senso gli esseri umani sono a tutti gli effetti degli esseri irrazionali che amano definirsi razionali.